Cosa è
Il disturbo antisociale di personalità si riassume in una persistente inosservanza e violazione dei diritti fondamentali degli altri esseri umani.
Quanto è frequente?
Le percentuali parlano del 3% nella popolazione maschile e del 1% nella popolazione femminile.
A che età colpisce?
Si tende a diagnosticarlo dal 18esimo anno di età sebbene spesso i sintomi inizino verso i 15 anni.
Sintomi
Possiamo riscontrare :
- Incapacità di conformarsi alle norme sociali e alle leggi
- Tendenza costante a mentire, truffare, abbindolare gli altri (anche altri significativi)
- Impulsività
- Irritabilità e aggressività
- Irresponsabilità nel mantenere una continuità lavorativa o far fronte a obblighi economici
- Mancanza di rimorso, dopo aver causato dolore di qualsiasi tipo a persone o animali
Fattori scatenanti
Sono stati identificati quattro elementi prinipali nella storia evolutiva di questo disturbo:
- Nella storia famigliare possiamo riscontrare un unico comun denominatore rappresentato dalla trascuratezza su tutti i piani in cui il soggetto potesse essere trascurato: fisico, psicologico, affettivo. Case distrutte, alcolismo, violenza e utilizzo di sostanze fanno spesso parte della storia di questi soggetti, ma non è una regola: anche soggetti con una famiglia integra e benestante possono sviluppare un disturbo di personalità antisociale se all’interno della famiglia vi è un elevato grado di trascuratezza interpersonale.
- Nel contesto della generale trascuratezza si verificavano inaspettati ritorni al ruolo disciplinare da parte dei genitori, un controllo feroce e inaspettato.
- Qualsiasi cura ottenibile dai genitori era facilmente insufficiente.
- Il soggetto ha avuto sin da bambino un eccessivo controllo della famiglia: di solito perché i genitori non ci sono o non sono competenti.
disturbo antisociale che fare?
Attraverso l’utilizzo della consulenza terapeutica e della psicoterapia si possono individuare categorie di risposte maggiormente utili, proficue ed adattative:
- Facilitando la collaborazione
- Facilitando il riconoscimento delle configurazioni di comportamento
- Bloccando le modalità di comportamento disadattative
- Rafforzando la volontà di lasciar perdere le modalità disadattative
- Facilitando nuovi apprendimenti.
Foto di Tom und Nicki Löschner da Pixabay