Legge 180: la rivoluzione possibile

E’ il maggio del 1978 quando il Parlamento italiano approva la legge 180, meglio nota come legge Basaglia, da Franco Basaglia, l’uomo che ha chiuso i manicomi nel nostro Paese. Li ha chiusi restituendo dignità umana a chi fino ad allora, se aveva una virgola psichica fuori posto, rischiava la reclusione manicomiale. I manicomi erano una sorta di sudice carceri per pazzerelli, trattati come una sottospecie dell’individuo e affrontati con metodi esclusivamente clinici e farmacologici, mai che si considerasse la parola “anima”. Basaglia alla parola anima ha dedicato la sua vita e alimentando uno scontro culturale prima e politico dopo, quell’anima l’ha liberata dalle gabbie degli ospedali psichiatrici. Peccato che abbia potuto godersi la soddisfazione per poco: a due anni dall’approvazione della sua legge, se n’è andato. Ma resta l’impronta delle sue azioni: oggi se uno ha una virgola fuori posto, se il suo stadio supera la disperazione sbucando nell’irrazionale, se per troppo sentire scoppia, viene curato, e viene accolto. C’è la medicina, sì, ma c’è l’ascolto, ossia la considerazione che un “matto” non sia un diavolo come capitava nel medioevo, da chiudere in segreta o peggio da dare alle fiamme, ma uno che probabilmente sa solo urlare o sa solo tacere perché nessuno lo ha ascoltato. Tutti gli svirgolati, dal 1978 in poi, alla fine stanno meglio, prova ne sono, per esempio, le molte puntate del Maurizio Costanzo Show con protagonisti degli ex svitati rimessi in sesto, i loro racconti alla tv, la felicità di quando amano affermare che vivono in case-famiglia. La casa-famiglia è un istituto esemplare di convivenza e solidarietà sociale, enorme passo in avanti rispetto ai terribili lager che sono stati i manicomi (basti vedere, per rendersene conto, i documenti storico-fotografici ritrarre donne nude e magrissime legate con le catene, sporche di ogni unto, con gli occhi spalancati). Tutti questi miglioramenti di condizione sono l’eredità di Franco Basaglia, di questo psichiatra nato a Venezia, che negli anni centrali della contestazione, scriveva testi come ‘Che cos’è la psichiatria?’, oppure: ‘L’istituzione negata’. Rapporto da un ospedale psichiatrico, in cui racconta al grande pubblico l’esperienza dell’ospedale psichiatrico di Gorizia. Quest’ultimo è stato un successo editoriale, in un certo senso sorprendente, visto il contesto storico in cui imperavano uteri autogestiti e fantasie al potere. La sorte, con un’ironia chissà quanto involontaria, lo colpisce proprio nella parte che lui ha cercato di curare: la mente. Un tumore al cervello in pochi mesi lo spegnerà nella sua città natale. Ma a distanza di più di trent’anni, nonostante cicliche polemiche, la legge Basaglia è ancora l’impianto di fondo dell’assistenza psichiatrica in Italia. La gratitudine, in un caso come questo, va sempre rinnovata.