L’importanza della terapia di gruppo

Chiara D'Andrea

L’origine etimologica del termine ‘gruppo’ rimanda alle parole ‘nodo’ e ‘tondo’, quindi alla coesione non lineare tra membri di un insieme, simile ad una matassa. Il piccolo gruppo costituisce per gli esseri umani un luogo in cui si possono investire allo stesso tempo minacce e speranze e si propone come spazio intermedio fra la vita singola, della coppia e la vita sociale (Di Maria & Lo Verso, 1995).

Secondo Yalom e Leszcz (2005), se si analizzano i fattori curativi, si giunge alla conclusione che il panorama delle terapie di gruppo risulta meno multiforme e maggiormente ordinato rispetto alla considerazione dei singoli approcci teorici e metodologici. 

<<Il gruppo psicoterapeutico è uno specchio, non solo per il paziente ma anche per l’analista teorico, che può guardare questa scena complessa e vedervi ciò che desidera>> (Foulkes & Anthony, p 99. 1973).

I principali fattori terapeutici indicati da Yalom e Leszcz (2005) sono i seguenti: informazione, trasmissione della speranza, universalità, altruismo, ricapitolazione correttiva del gruppo primario familiare, sviluppo di tecniche di socializzazione, apprendimento interpersonale, coesione di gruppo, catarsi, fattori esistenziali. È importante tener presente che i fattori terapeutici agiscono in ogni tipo di gruppo terapeutico, ma la loro interazione ed importanza si diversifica da gruppo a gruppo. 

Il gruppo è una matrice di relazioni interpersonali e le situazioni che accadono all’interno del gruppo costituiscono fenomeni interpersonali. 

Ma per far sì che la focalizzazione sul ‘‘qui e ora’’ sia terapeutica, afferma Yalom e Leszcz (2005), occorrono due elementi fondamentali: spontaneità e sincerità tra i membri del gruppo e successiva riflessione su tale esperienza. L’espressione emotiva non è sufficiente al cambiamento.

La famiglia è un gruppo e ci accompagna in maniera costante, sia a livello reale che come oggetto interno. Gli amici da adolescenti e da adulti sono un gruppo con il quale condividiamo esperienze importanti. Dalla scuola, all’università, al lavoro frequentiamo persone con le quali si possono instaurare legami duraturi. 

Se non esistesse il gruppo non sarebbe possibile la famiglia, la società e il lavoro organizzato (Festini, 1998).

Da un punto di vista psicologico è fondamentale il sentimento di appartenenza. Secondo Lewin (1972) il gruppo è qualcosa di diverso dalla somma degli individui, possiede una struttura propria e consiste in una “totalità dinamica”, caratterizzata dall’interdipendenza tra i membri. 

L’analisi di gruppo non si interessa tanto a cosa le persone diventano, ma a come si modificano e a quali sono gli elementi che ostacolano il cambiamento e i meccanismi attuati (Foulkes & Anthony, 1973).

Il gruppo non è solo una cornice e spesso i componenti del gruppo sono in grado di cogliere aspetti del vissuto della persona che parla, che egli non riconosce da sé, infatti Foulkes parla di risonanza. 

Lo sviluppo della risonanza risulta proporzionale al livello di tolleranza presente nel clima del gruppo. 

Un gruppo che si relaziona liberamente con il tempo diviene un microcosmo sociale. Dopo un periodo di tempo ogni membro del gruppo comincia ad essere se stesso ed interagisce con gli altri come fa con le altre persone della sua sfera sociale. Quindi gli individui manifestano progressivamente nel gruppo il loro comportamento non adattativo, non occorre che descrivano la patologia, ma prima o poi la manifesteranno nel gruppo (Yalom & Leszcz, 2005).

Freud e M. Klein ritenevano necessario che l’individuo si liberasse dal gruppo per raggiungere una piena maturità. Questa affermazione è condivisibile per quanto riguarda la diminuzione del conformismo e la tendenza a nascondersi dietro l’anonimato del gruppo-massa. Per l’individuo la relazione con il gruppo, afferma Neri (2001), è un rapporto permanente. 

<<Ciò che possiamo porci come obiettivo non è di fare a meno del gruppo, ma di non essere legati ad un solo gruppo, di avere la possibilità di cambiare, sperimentare una varietà di situazioni di gruppo nel corso di vita>>(Neri, 2001, p.151). 

Come afferma Foulkes ogni gruppo è un gruppo aperto al libero oceano della vita.