Essere genitori: Le Risposte di Oggi alle Domande di Ieri 

Elaborare il proprio vissuto per diventare genitori più sani.

Allegra Celli

                        “ Datemi genitori migliori e vi darò un mondo migliore”   

                                                                                                Aldous Huxley

Cosa significa essere genitori? Le dimensioni essenziali sono l’impegno e la cura dei figli da un lato ed il modo in cui il genitore entra in relazione con il figlio dall’altra.[1]

Quanto questo secondo aspetto è influenzato dalla propria storia? Cosa si può fare per migliorare il rapporto con i propri figli?

 Vi capita spesso di pensare: “sto facendo le stesse cose che faceva mia madre”, oppure “odiavo quando mio padre mi diceva questa frase, ma non posso fare a meno di ripeterla”?

Ma cosa accade nella nostra mente quando abbiamo questi pensieri?

Il nostro modo di essere genitori è profondamente influenzato dal significato che diamo al nostro vissuto.

Le esperienze della nostra infanzia, se non adeguatamente elaborate, possono continuare ad influenzare il presente ed il modo di relazionarci con i figli, una modalità difficile da scardinare che può trasmettersi di generazione in generazione.

Lo stesso Bowlby parla di “genitori insicuri creano figli insicuri che crescendo creano una società insicura che a sua volta crea altri genitori insicuri.”[2]

La possibilità di relazionarci in maniera positiva con i nostri figli può aumentare la loro capacità di adattamento nelle varie circostanze di vita. 

Ciò che risulta importante non è tanto l’esperienza dei genitori che può essere stata anche molto negativa, ma il modo in cui questo vissuto viene interpretato e narrato.

Non è sempre facile rielaborare situazioni che possono essere state traumatiche: possiamo dover affrontare emozioni intense oppure una sensazione di annebbiamento, possono emergere ricordi intrusivi che impediscono di fatto il richiamo di un evento del passato. 

Questa condizione irrisolta in un genitore può causare dei comportamenti incoerenti che il bambino non riesce a comprendere e che paradossalmente provengono dalla persona che dovrebbe confortarlo dalle sue paure.

 Il bambino cerca di regolare le sue emozioni e concepire l’ambiente che lo circonda attraverso la relazione con i genitori.

Raccontare un’esperienza ai propri figli li aiuta a dare un senso a ciò che accade e ad integrare i vissuti emotivi con gli eventi accaduti, in questo modo, accrescendo anche la capacità di riflessione.

La relazione genitore-figlio è influenzata dalla modalità con cui i genitori sono capaci di pensarsi nella loro storia, i racconti sono uno strumento con cui diamo significato al nostro vissuto.

Le storie che creiamo formano ciò che siamo. Le nostre storie autobiografiche divengono più ricche e complesse ogni volta che approfondiamo la conoscenza di noi stessi.

Per affrontare questi temi, suggeriamo qualche spunto di riflessione[3] per comprendere quali sono le possibili aree da indagare:

Pensate alle parole che descrivono la relazione tra voi e i vostri figli, sono le stesse che usereste per descrivere le esperienze infantili vissute con i vostri genitori? Oppure sono diverse?

Ci sono interazioni caratterizzate da risposte rigide, reazioni impulsive, troppa intensità e si presentano in situazioni ricorrenti?

Ricordate esperienze nella vostra infanzia che percepite ancora in maniera molto viva?

Manifestate comportamenti che vi piacerebbe modificare ma che non riuscite a cambiare?

Comprendere quali sono gli elementi del passato che portano a risposte incoerenti nel presente può aprire, attraverso la riflessione e un dialogo interno, la possibilità di cambiare i modelli di comportamento  e favorire lo sviluppo di risposte nuove e più flessibili.

Foto di Md. Zahid Hasan Joy su Unsplash


[1] Scabini, E., Cigoli, V., Il famigliare, Raffaello Cortina, Milano, 2000

[2] Holmes, J., La teoria dell’attaccamento, Tr.it Raffaello Cortina, Milano,1994

[3] Siegel, D.J., Hartzell, M., Errori da non ripetere, Tr.it. Raffaello Cortina, Milano, 2016