La formazione della Coppia

Autrice Francesca Di Bastiano

Per iniziare proviamo a interrogarci su che cosa è una coppia.

Nel dizionario digitando termine coppia troviamo un insieme costituito da due oggetti dello stesso tipo o da due animali o da due persone spec. che svolgono in modo coordinato la stessa attività. oppure un insieme di due oggetti o persone che si trovano in una qualche stretta relazione come l’insieme di due partner. Che si parli di oggetti di animali o persone, e qualsiasi sia lo scopo per cui interagiscono,  quello che ricorre è il numero “due”. Ma siamo proprio sicuri che sia il “due” il numero che fa al caso nostro? in una relazione amorosa quanti sono gli elementi che interagiscono tra loro? Utilizzando una metafora la coppia può essere un animale a quatto zampe composto da lui, da lei, dal modello di coppia e le aspettative di lui, e dal modello di coppia e le aspettative di lei. La coppia quindi è diversa dalla somma di due individualità, non è una diade ma un’organizzazione in cui le diverse parte lavorano in maniera organica, come i diversi elementi di una automobile i quali singolarmente non funzionerebbe, ma se ben assemblati e con il giusto carburante permetterebbero all’automobile di funzionare. Una coppia, inoltre, si può dire tale quando la diade che la compone condivide tre aspetti fondamentali: sociale, emotivo e sessuale. Questi tre aspetti sono strettamente interdipendenti e permettono un buon funzionamento della coppia. É importante che tutti e tre siano adeguatamente soddisfatti in quanto la carenza di soddisfazione di uno può influenzare la soddisfazione degli altri.

La formazione della coppia però non deve considerarsi un evento puntuale e ben determinato, bensì un processo che come tale ha bisogno di tempo. Tale processo, che come abbiamo visto inizia con la scelta del partner, prosegue con il fidanzamento e può concludersi con la convivenza e il matrimonio. Per passare dal fidanzamento alla dimensione di coniugalità c’è bisogno di quella che Galimberti ha definito una sincronizzazione degli orologi di ciascun partner, che consente cosi di passare da una temporalità individuale ad una temporalità della coppia, cioè a un tempo interno che è comune ad entrambi. (Galimberti, 1985 ). È all’interno di questa temporalità condivisa che può crescere l’impegno per una progettualità. Questo passaggio da una temporalità individuale a una temporalità condivisa consente il passaggio dall’innamoramento all’amore. Se nel pensare comune questi due concetti possono sembrare solo due modalità diverse di esprimere lo stesso sentimento, vedremo in realtà come afferiscono a presupposti psicologi differenti.

L’innamoramento, è il motore che ci spinge in una fase iniziale verso l’altro, in cui la dimensione più istintuale e meno consapevole gioca un ruolo predominante. Si basa su un principio di presunzione di somiglianza, per cui ci avviciniamo all’altro per quello che riconosciamo in lui di simile a noi e che può soddisfare i nostri bisogni più profondi. Questo è possibile perché durante l’innamoramento quello che prevale è un meccanismo di idealizzazione di sè e dell’altro. Quindi ciascun partner sarà attratto da un immagine ideale dell’altro che poco ha a che fare con la realtà del soggetto amato. Predominante nell’innamoramento è l’illusione, che permette a partner di vedere nell’altro la realizzazione di tutti propri bisogni inconsci e desideri e che quindi ha poco a che fare con la persona che abbiamo davanti, ma più per quello che noi vediamo in lui o in lei, anche illudendoci che abbia delle caratteristiche piuttosto che delle altre, o esaltando solo quegli aspetti che più ci piacciono. Questo spiega perché pur rimanendo invariate alcune caratteristiche fondamentali di ciascun partner non si riesce sempre a passare alla fase successiva

Se l’innamoramento è il momento dell’illusione, l’amore è quello della disillusione: si la persona amata per quella che è, nella sua totale realtà, un individuo con delle caratteristiche e esigenze proprie. Questo passaggio si caratterizza quindi dal desiderio di conoscere la persona che si ha davanti, dalla capacità di ascolto reciproco, e dal riconoscimento e l’accettazione dell’altro come diverso da se, in cui c’è una rinegoziazione delle regole iniziali, dei bisogni e dell’immagine di sè.

Il superamento di questa “crisi” e il completamento di questo processo molto hanno a che fare con i vissuti di ciascuno e con il rapporto con le famiglie di origine, soprattutto in termini di separazione. Tanto più ciascun partner avrà sperimentato delle relazioni sicure e individuative, tanto più questa fase della vita della coppia verrà vissuta con serenità.

 

immagine di Melike-erkan