Cosa sono?
Secondo il DSM V i disturbi del comportamento alimentare rappresentano un persistente disturbo dell’alimentazione oppure dei comportamenti inerenti l’alimentazione che hanno come risultato un alterato consumo o assorbimento di cibo e che compromettono significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale. I più frequenti sono l’anoressia e la bulimia nervosa in cui si manifesta una percezione alterata del peso e della propria immagine corporea. Dai disturbi alimentari come uscirne risulta essere non sempre semplice.
Quanto sono frequenti?
Studi epidemiologici internazionali portano a stimare, nelle donne di età compresa tra i 12 e i 22 anni, una prevalenza dell’anoressia nervosa pari allo 0,0-0,9% e della bulimia nervosa pari all’1-2%. Il 3,7-6,4% della popolazione sarebbe infine affetto dai disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (disturbi del comportamento alimentare-Nas): per queste forme l’età media d’esordio si colloca intorno ai 17 anni. Il rapporto tra femmine e maschi è di circa 9 a 1, ma il numero dei maschi è in crescita soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale (Rapporti ISTISAN 13/6)
anoressia nervosa sintomi
- Restrizione nell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta a un peso corporeo significativamente basso nel contesto di età, sesso, traiettoria di sviluppo e salute fisica. Il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, meno di quello minimo previsto.
- Intensa paura di aumentare di peso o di diventare grassi, oppure un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se significativamente basso.
- Alterazione del modo in cui viene vissuto dall’individuo il peso o la forma del proprio corpo, eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, oppure persistente mancanza di riconoscimento della gravità dell’attuale condizione di sottopeso.
4. Amenorrea (assenza di almeno tre cicli mestruali) nei soggetti di sesso femminile
bulimia nervosa sintomi
- Ricorrenti episodi di abbuffata. Un episodio di abbuffata è caratterizzato da entrambi i seguenti aspetti :
- Mangiare, in un determinato periodo di tempo (per es., un periodo di due ore), una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte degli individui mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili.
- Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (per es., sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o a controllare cosa o quanto si sta mangiando).
- Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.
- Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi.
- I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo.
- L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa
cause disturbi alimentari
In molti casi l’inizio del disturbo risulta associato all’intraprendere una dieta dimagrante ed a situazioni di insoddisfazione per l’aspetto corporeo e innescato da eventi stressanti o traumatici, quali conflitti familiari, la rottura di relazioni importanti, la solitudine, il verificarsi di molestie fisiche o psicologiche, etc., che tendono ad accrescere le difficoltà che la persona incontra sul piano dell’autostima e delle relazioni con gli altri.
Le cause che stanno alla base di questi disturbi non sono univoche, ma multifattoriali, il risultato cioè dell’interazione di caratteristiche individuali, sociali, e familiari.
Caratteristiche individuali
Da un punto di vista individuale i maggiori fattori di rischio sono legati all’età adolescenziale in cui l’identità della persona non è ben definita e c’è una tendenza al giudizio soprattutto dal punto di vista fisico. Questi fattori possono essere legati a problematiche di autostima, perfezionismo, difficoltà interpersonali e nella gestione delle emozioni dolorose.
Caratteristiche familiari
A livello familiare quello che si può verificare è che si creino dinamiche ambivalenti e contrapposte tra il bisogno di crescere e individuarsi e l’impossibilità di farlo. Attraverso il rifiuto del cibo o il vomito infatti la ragazza anoressica o bulimica sembra agire un atteggiamento opposto al bisogno di individuazione. È in questa ambivalenza che risiede la sofferenza.. Il rifiuto del cibo cosi sembra rappresentare la migliore modalità per assolvere entrambi i compiti, l’opposizione che sottende la spinta individuativa tipici della fase adolescenziale e contemporaneamente non abbandonare uno stato di dipendenza tipico dell’infanzia. Vediamo cosi come la sintomatologia corporea non è altro che la punta di un iceberg di un mondo sommerso di conflittualità irrisolte, di sofferenza individuale ma anche relazionale.
Nelle famigli in cui si istaurano tali dinamiche sembra difficile tollerare la distanza che il processo di separazione e individuazione richiede, con una minima sopportazione della conflittualità e il conseguente evitamento della stessa.
Caratteristiche sociali
Da un punto di vista sociale bisogna considerare un momento storico ed economico, che soprattutto nei paesi occidentali, manda un messaggio contraddittorio e paradossale: infatti da una parte si viene invitati a consumare in maniera eccesiva e compulsiva qualsiasi tipo di bene si ha a disposizione e quindi anche il cibo, dall’altra la società ci propone un modello per cui la magrezza e ancor più una corporeità androgina, sono una delle chiavi del successo.
disturbi alimentari come uscirne
In ambito clinico l’anoressia e bulimia possono essere trattati sia a livello individuale, che familiare o gruppale attraverso psicoterapia.
Obiettivi:
- rafforzare l’autostima e la percezione di sé;
- favorire l’individuazione dalla famiglia di origine e la definizione dei ruoli all’interno della famiglia, rafforzando le figure di riferimento qualora non fossero sufficientemente supportive;
- promuovere una comunicazione chiara;
- sostituire le regole disfunzionali con quelle funzionali.
immagine di Milan grbovic