Catia Parisi
Partendo dal presupposto che La Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza riconosce
ad ogni bambino e adolescente il diritto alla protezione da ogni tipo di abuso, sfruttamento e
violenza (cfr.articoli 19, 32 e 34).
La Convenzione richiede l’impegno da parte degli Stati al fine di proteggere il bambino dallo
sfruttamento per fini pornografici e dal coinvolgimento in attività sessuali illegali (articolo 34),
tematica specificatamente affrontata dal Protocollo Opzionale concernente la vendita dei
bambini, la prostituzione dei bambini e la pornografia rappresentante bambini.
Che cosa si intende per Abuso sessuale?
Siamo di fronte ad un abuso sessuale anche quando questo sembra avvenire senza l’uso della
violenza o in condizioni di apparente accettazione da parte del minore o addirittura di ricerca da
parte di questi. L’adulto ha il dovere di rispettare il bambino, di proteggerlo da un’esperienza
sessuale traumatica ed impropria rispetto al suo livello evolutivo.
Sono considerati abuso sessuale i comportamenti che comprendono: adescamento verbale,
esibizionismo, voyerismo, manipolazione dei genitali, rapporti orali, rapporti sessuali completi,
pornografia, induzione alla prostituzione.
Secondo i dati forniti dal Servizio di Polizia Postale, c’è stato un aumento del 77% nel 2020 di
minori vittime di reati online, quali la pedopornografia, l’adescamento, il cyberbullismo, la
sextortion, le truffe, il furto di identità digitale e altri: i casi trattati dalla Polizia postale e delle
comunicazioni sono stati 4.208 a fronte dei 2.379 dell’anno precedente.
Secondo gli investigatori l’incremento, oltre che con “lo sviluppo esponenziale della tecnologia”
e “la formidabile attrazione subita dai bambini e dai ragazzi verso il mondo dei social”, si spiega
anche con “il lungo periodo di lockdown che ha costretto l’intera popolazione a rivedere le
proprie abitudini in numerosi ambiti, comportando uno spostamento di molte attività sulla rete e
facendo registrare, in tal modo, anche una notevole presenza dei minori online”.
Continua a crescere in Italia anche il fenomeno della pedopornografia online: nel 2020 i casi
trattati dal Cncpo, il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, sono stati
3.243, il 132% in più rispetto ai 1.396 dell’anno precedente, mentre le persone indagate sono
state 1.261, il 90% in più rispetto alle 663 del 2019.
Nuove forme di abuso
Nuove forme di abuso sessuale ai danni di minori stanno emergendo in questi anni come:
prostituzione minorile, produzione di materiale pedo-pornografico e turismo sessuale.
Occorre tenere sempre presente che il reato di prostituzione minorile in senso stretto riguarda il caso
in cui un rapporto sessuale dietro corrispettivo sia consumato con il consenso o con l’accordo del
minore. Se il dato della consensualità manca, possono ricorrere altre fattispecie di reato, che trovano
la loro specificità nella violenza, nella minaccia e nell’abuso delle condizioni di inferiorità fisica e
psicologica proprie del minore. Nella maggior parte dei casi ricorrono condotte abusanti contro la
stessa vittima o perpetrate dallo stesso autore, che possono integrare una pluralità di reati in danno
dei minori.
Il fenomeno della prostituzione coinvolge, da un lato, famiglie provenienti da quartieri e ambienti
abbandonati, degradati, in cui prevale il disagio originato da difficoltà di tipo economico; dall’altra
parte, vi sono coinvolte famiglie più o meno benestanti, con minorenni che si prostituiscono per
poter accedere a beni voluttuari, di lusso e/o superflui (capi firmati, smartphone di ultima
generazione, e così via), che i loro stessi genitori non ritengono opportuno mettergli a disposizione.
La prostituzione minorile nell’attuale epoca digitale è apparsa sin dalle prime audizioni svolte in
tutta la sua complessità. Infatti, tale reato è strettamente legato ai nuovi strumenti di incontro e di
comunicazione utilizzati dai giovanissimi e dagli adolescenti. Si pensi alla facilità e alla rapidità
delle comunicazioni che avvengono via chat e social network e quindi utilizzando lo strumento
informatico, accessibile oggi a tutti i ragazzi, anche tramite la semplice connessione internet via
cellulare.
La complessità del fenomeno deve essere intesa anche quale complessità della rete criminale
attraverso cui tale tipologia di reato si consuma e si diffonde. Di tali reti fanno parte nella maggior
parte dei casi anche i minori stessi, utilizzati nel reclutamento di altri minori, sia di sesso maschile
che femminile. È stato, infatti, sottolineato dal Ministro della Giustizia, come i reati legati alla
prostituzione minorile vedano spesso, quali autori, gli stessi minorenni, a dimostrazione del fatto
che lo specifico circuito criminale è estremamente complesso, «nutrendosi di vittime che nello
stesso tempo o negli stessi contesti di degrado diventano carnefici nei confronti di coetanei più
fragili o di bambini».
Gli adescatori per andare a caccia delle loro prede, creano finti profili sui social network e sulle app
di messaggistica, inserendo foto e informazioni false per rendere il profilo credibile e fingere di
essere qualcun altro, come ragazzi di bell’aspetto e idoli adolescenziali. Si fingono quasi sempre
coetanei o poco più grandi, comunque di un’età che non desta sospetto, utilizzando un linguaggio e
delle espressioni specifiche in grado di creare un rapporto di fiducia con l’adolescente prescelto.
Tante volte fingono di essere ragazze di bell’aspetto facilmente conquistabili che rispecchiano i
sogni proibiti di tanti ragazzi ai quali non sembra neanche vero poter entrare in contatto con una
ragazza così.
Cercano comunque di attrarre a sé le giovani vittime, di manipolarle inviandogli messaggi sui social
network e le chat, e cercando un contatto sempre più profondo, per ottenere le loro informazioni
personali, come il numero di telefono o l’indirizzo di casa fino ad arrivare a chiedergli di inviargli
foto, di usare la webcam, di masturbarsi e di fare sesso con qualche amico. Agli adolescenti alle
prime armi può sembrare eccitante, senza che si rendano conto che in quel momento stanno
fornendo materiale pedopornografico che finirà nel mercato online.
Bibliografia:
- Le vittime nel processo penale. Dall’ascolto alla valutazione psicologico-giuridica: aspetti
descrittivi, strumenti operativi e buone prassi. Cuzzocrea, Scali, Spizzichino. - Adescamento online: conoscere e prevenire, una guida per i genitori. Polizia di Stato, Save
the Children - Linee guida della Società Italiana di Psicologia Clinica Forense